Le fotografie di Michela emozionano gli spettatori perchè parlano dell’amore per il mare. Un racconto del suo legame col mare attraverso le persone a cui vuole bene, di cui scatta memorie indelebili. I suoi lavori sono esposti al Peyote Tacos Bar il 23 novembre.
Noi l’abbiamo incontrata per farci raccontare qualcosa in più su di lei e sulla sua passione: l’acqua.
Michela, hai chiamato la tua mostra “Il nome del mare” ispirata all’amore per il mare, ci spieghi il titolo?
Sono cresciuta a contatto con il mare. Fin da piccola ho vissuto tra il profumo della salsedine e gli insegnamenti di mio padre sul rispetto dell’acqua. Una volta mentre parlavo ho detto “il mio papà ha il nome del mare”. Pensandoci poi, ho realizzato che anche altre persone nella mia vita incarnano questo concetto. E così, la mostra fotografa l’amore per il mare che si canalizza nelle emozioni di chi lo vive, e lo ama.
Qual è la tua fotografia preferita, tra quelle che pubblicherai?
La mia preferita è stata scattata ad Hossegor, dopo una sessione di surf. Il mio amico Edoardo era appena uscito dall’acqua, e stava guardando il mare. Con il viso in quella direzione, ho notato una gocciolina che scendeva a lato dell’occhio. Ho subito scattato, senza farlo posare. La foto trasmette la naturale intensità del suo amore verso il mare, mentre lo guarda con gli occhi di chi lo rispetta e ci parla.
Il surf è una parte importante della tua vita: come è nata la passione e come si ritrova nelle tue foto?
Ho iniziato a surfare qui in Liguria con Blackwave. Non sono una competitiva, mi basta stare in acqua per trovare pace e tranquillità. Il mio momento preferito forse è il tramonto, quando sei sulla tavola a fine giornata e la gratitudine ti travolge. Ho fatto vari surf trip con Blackwave, ad Hossegor ed Imsouane, ed in quei luoghi mozzafiato la passione è cresciuta ancora di più. Alcuni dei miei scatti in mostra provengono proprio da quei momenti, credo che il surf sia strettamente legato all’amore per il mare, e le persone che avevo intorno a me lo trasmettevano alla perfezione.
Sei fotografa e studentessa: una doppia vita. Riesci a conciliare le due cose?
Studiare medicina e voler surfare in giro per il mondo non è facilissimo. Ho comunque sempre riuscito a gestire i miei impegni professionali con l’amore per l’outdoor. Penso che il trucco sia avere una buona organizzazione e capire quali siano le priorità di ciascuno: per me i miei due mondi non sono in contrasto, anzi si abbracciano calorosamente. Non potrei rinunciare ne all’uno ne all’altro.
L’articolo “Il nome del mare” in mostra a Recco parla di amore proviene da The Board Tree.