Le onde artificiali saranno il futuro del surf. Ne stanno nascendo di ogni tipologia e di differenti tecnologie. In Italia ancora non ne abbiamo una che riproduca esattamente le onde del mare, ma per chi abita lontano dalla spiaggia a Milano si trova l’onda statica di Wakeparadise che è comunque un buon allenamento in vista delle surfate mediterranee. Proprio in questi giorni si è svolta la sesta tappa del World Championship Tour a Lemoore, in Californa. Qui l’undici volte campione del mondo Kelly Slater ha costruito il Surf Ranch, quella che oggi è considerata la piscina con onde artificiali migliore del pianeta. Questo posto è entrato nella storia non solo per essere stata la prima onda realmente somigliante a quella del mare, ma anche la prima “Man Made” sulla quale si sia disputata una tappa del circuito mondiale.

Griffin Colapinto, vincitore al Surf Ranche pro

Come funzionano le onde artificiali?

Come abbiamo già detto nella intro di questo articolo, le onde artificiali esistono di diverse tipologie. Quella del Surf Ranch ha una sola vasca d’acqua e le onde si creano grazie ad una specie di treno che muovendosi su dei binari posti ai lati della piscina generano un’onda destra o un’onda sinistra a seconda delle necessità. Grazie alla conformazione del fondale e alla forza del macchinario, la qualità dell’onda è altissima. La forma è perfetta e permette sia di eseguire combinazioni di manovre, che tubi o air. Quest’onda purtroppo rimane chiusa al pubblico e viene aperta soltanto per eventi speciali, test da parte di aziende di settore e solo in rare occasioni e a prezzi molto alti c’è la possibilità di provarla.

Il sistema di Wavegarden invece è quello più diffuso nel mondo ed è stato creato a scopo prettamente commerciale. Ideato dalla famiglia Odriozola, la prima piscina di questo tipo è nata in Spagna e si è rapidamente diffusa in tutti i continenti. La più vicina a noi è quella di Alaia Bay, in Svizzera. Per noi è un’alternativa molto valida ed infatti spesso abbiamo organizzato dei retreat intensivi con surfcoach del calibro di Roberto D’Amico ed Andrea Lamorte.

Onde Artificiali alternative

In America ed in Australia sono nate altre due tipologie di onde artificiali. L’American Wave Machine genera un’onda che sbattendo contro un muro forma una sorta di pointbreak. Molto utilizzata per le manovre aeree, è il top sia in senso di qualità e ha l’opzione che simula molto bene le condizioni di mare imprevedibili.

“Mad Max” invece è il pistone alimentato ad idrogeno che eseguendo un movimento in stile martello pneumatico genera in un bacino d’acqua rotondo, 4 onde perfette A-Frame. Questa è una delle teconlogie più interessanti ed è stata sviluppata da Mark Occhilupo. Grazie alla forma del lago (Surf Lakes è infatti il nome del complesso), ogni set può essere surfato contemporaneamente da ben 8 surfisti.

Nel 2020 il surf è diveneuto uno sport olimpico ed ha fatto il suo esordio alle Olimpiadi di Tokyo. Da allora le piscine con onde artificiali hanno continuato ad espandersi e stanno entrando a far parte del surf. Gli integralisti continuano a preferire il mare, ma visto l’affollamento sempre più costante ed uno stile di vita in continuo cambiamento e sempre più orientato verso l’healthy, le piscine con onde artificiali potrebbero essere la soluzione ai problemi di tutti.

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